Wednesday, 22 July 2015

L'abbandono a partire da Heidegger

La famosa frase di Martin Heidegger “ormai solo un Dio ci puo’ salvare” puo’ essere oggetto di varie interpretazioni. Secondo Diego Fusaro c’e’ la rinuncia ad ogni possibilita’ di cambiare il mondo attraverso la prassi ed un arrendersi al destino della tecnica senza possibilita’ di trasformazione. Questo comporta anche una de-responsabilizzazione dell’uomo che non ha nessuna liberta’ di iniziativa in quanto deve sottostare alla storia dell’Essere.
Io vorrei proporre una diversa chiave di lettura. E’ vero che Heidegger ripete spesso che l’uomo non si salva da solo in quanto inserito in un contesto piu’ grande che e’ l’Essere. Critica il fare in quanto concepito sul primato dell’uomo creatore della storia. Pero’ dice anche che l’Essere si manifesta anche attraverso l’uomo che deve percorrere la strada dell’abbandono e dell’ascolto, quindi c’e’ spazio per un’azione umana, vista pero’ all’interno dell’Essere (o con parole mie all’interno del mistero del Tutto). Io non interpreto l’abbandono come un rassegnarsi al destino della tecnica rinunciando a qualsiasi prassi. Abbandonarsi e’ gia’ una prassi, una decisione di non fare anche se mai independente dal Tutto. Abbandonarsi, rinunciare, decrescere, ritorno alla terra, alla natura e alle origini e’ secondo me l’unico percorso rivoluzionario che oggi possiamo intrapendere ancge se molto difficilmente verra' attuato.

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