Thursday 30 January 2014

Verso la distruzione della Natura e l'autodistruzione dell'Umanita'

Presso i popoli della natura, che noi chiamiamo primitivi dall'alto della nostra superbia, c'e' un concetto del tempo ciclico legato al ritmo naturale delle stagioni. Anche per i Greci era cosi', la Natura era eterna, la si contemplava e anche l'ordine sociale doveva rispecchiare questo modello naturale, anche se gia' Socrate comincia a vedere l'uomo sotto una luce piu' indipendente rispetto alla Natura. Con il Cristianesimo si comincia ad avere una visione del tempo di tipo lineare in quanto e' Dio che crea l'uomo a cui conferisce il potere sulla Natura. Con il Rinascimento, L'Umanesimo, con Cartesio si toglie Dio dal centro del mondo e si pone l'Uomo che puo' cosi' dominare la Natura senza neanche piu' il freno di un Dio.
Ecco quindi che siamo arrivati a dominare, manipolare, calpestare la Natura e sull'orlo di distruggere tutto. L'aspetto piu' tragico e' che pensiamo di poter dominare il dispositivo tecnico che abbiamo creato ma in realta' ne siamo totalmente succubi.
Come ne usciamo? Innanzitutto dobbiamo cambiare il modo di pensare.
Abbiamo la necessita’ di darci un limite alla nostra attivita’. L’uomo non puo’ piu’ porsi al centro di tutto ma essere in armonia e in ascolto con la natura che ci circonda. E’ anche necessario rimanere radicati nella Madre Terra e sentirsi un tutto con Essa. Guardare la Natura con contemplazione, con mistero e poesia. Se continuiamo a buttare immondizia sul nostro letto finiremo per esserne sommersi. Dobbiamo creare un’etica che prevede la difesa della Natura. Dovremmo anche cominciare a guardare in faccia la nostra finitezza, non averne paura ed avere sempre in mente che siamo essere mortali.
Riusciremo a cambiare modo di pensare, fermarci e decrescere, utilizzare la tecnica per ripulire l’ambiente per poi viverci in armonia? Possibile ma molto improbabile. Piu’ verosimile e’ che questo treno impazzito vada a schiantarsi con tutti noi dentro. Spero almeno che qualcuno, dopo aver perso memoria di tutto, si salvi per riprendere il cammino verso un’altra direzione salvo che ci sia ancora un pezzetto di terra disponibile.